Lia Cecchin (Feltre, 1987; vive e lavora a Torino) è artista e ricercatrice. La sua pratica si contraddistingue per la negazione di qualunque tipo di atto creativo. La realtà è il suo campo di ricerca. Espone film, libri e oggetti comuni inserendoli in nuove narrazioni dove potenzialmente ognuno può riconoscersi come protagonista. Attraverso una metodologia archivistica viene riunito un vasto codice condiviso capace di descrivere il nostro presente e ipotizzare un possibile e realistico imminente futuro.
Nel 2010 si laurea in Arti Visive e dello Spettacolo presso l’Università IUAV di Venezia. Ha partecipato a programmi di residenza presso Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia), Halle 14 (Lipsia), Lastation (Gagliano del Capo) e a workshop tenuti da tutor come: Massimo Bartolini, Alberto Garutti e Marta Kuzma presso la Fondazione Spinola Banna (Poirino); Luca Francesconi e Luca Morena durante Solid Void presso Progetto Diogene (Torino); Krist Gruijthuijsen, Lucy McKenzie e Fredi Fischli & Niels Olsen a cura de La Quadriennale di Roma presso Madre (Napoli).
Le sue opere sono state esposte in istituzioni, gallerie e spazi no profit italiani e stranieri tra cui: AKV (‘s-Hertogenbosch); Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia); GAM (Milano); Associazione Barriera (Torino); Fabbrica del Vapore (Milano); CLOG (Torino); Fanta Spazio (Milano); PAV Parco Arte Vivente (Torino); Greylight Projects (Bruxelles); MAMbo (Bologna); Museo Giovanni Fattori (Livorno); A+A Gallery (Venezia). A marzo 2020 presenterà “Una città cancella, l’altra scrive” un’opera d’arte pubblica ideata per il parco di Villa Croce, sede del museo, nell’ambito di Fondamenta I, progetto promosso da Amixi per l’arte contemporanea in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune e a cura di Luca Cerizza.
Tra i vari premi e riconoscimenti: Combat 2018 (primo premio – sezione scultura e installazione), Francesco Fabbri 2018 (finalista).