ExSitu, il progetto di Luigi Coppola vincitore dell’Italian Council (X edizione)

Al via il progetto Ex Situ dell’artista salentino Luigi Coppola, per la partecipazione alla 7a Biennale di Lubumbashi dal titolo Toxicity nella Repubblica Democratica del Congo.

Il progetto, a cura di Lucrezia Cippitelli (Artistic Director di Ateliers Picha e curatore della 7a Biennale di Lubumbashi) e Ramdom e prodotto da Ramdom, è realizzato con il sostegno dell’Italian Council (X Edizione, 2021) programma di promozione di arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Contemporanea del Ministero della Cultura.

Le attività di Ramdom, da oltre dieci anni impegnate nella promozione nazionale e internazionale di progetti culturali, trovano, in questa occasione, un’ulteriore connessione tra la promozione dell’arte e della ricerca artistica italiana all’estero e il territorio salentino, provenienza che condividono con Luigi Coppola.

Ex Situ, intende riflettere sulla relazione tra attività estrattiva e sfruttamento delle risorse naturali; sulla tossicità delle terre toccate da pratiche estrattiviste neocoloniali e sull’agro ecologia, tema nodale per la Repubblica Democratica del Congo, dove la produzione agricola e la sovranità alimentare sono inesistenti a seguito di oltre un ventennio di guerre civili che hanno disgregato i territori.

Il progetto coinvolge come partner principale Picha Asbl, organizzazione indipendente di base a Lubumbashi e fondatore della Biennale di Lubumbashi, dove Luigi Coppola sta conducendo una ricerca site-specific insieme agli artisti locali a sostegno dello sviluppo teorico e formale del progetto Ex-Situ. I partners internazionali ospiteranno inoltre momenti di diffusione e confronto sui temi individuati dalla Biennale attraverso mostre, residenze, panel discussions, talks e proiezioni.

Oltre a Picha Asbl, il progetto è realizzato in collaborazione con CAD+ sr (center for arts, design and social research) (Boston, USA); Royal Institute of Art (Stoccolma, Svezia); IASPIS Swedish Arts Grants Committee’s international programme for Visual and Applied Artists, (Stoccolma, Svezia); Framer Framed (Utrecht, Paesi Bassi); Arts Catalyst (Sheffield, UK); Wiels (Bruxelles, Belgio).

Il webinar dal titolo Cultural and Artistic Narratives on Inhabiting Environmental Disaster che si terrà presso IASPIS il 26 gennaio, invita artisti, pensatori e curatori di diversi contesti a riflettere sul rapporto tra cultura ed ecologia. Prendendo spunto dai casi di tre diverse regioni, Katanga (RDC), Turchia e Sud Italia, gli ospiti invitati discutono del ruolo dell’arte e della produzione culturale nei territori in cui lo sfruttamento della terra, la monocultura e la sovrapproduzione industriale creano disastri ambientali.

Come immaginare un’etica del mondo che sia socialmente ed ecologicamente auspicabile in vista della fine del mondo? Come ripercorrere le traiettorie delle catene di responsabilità nei paesi occidentali? Come immaginare alleanze capaci di ripensare le pratiche dell’agro ecologia come modalità di conservazione e cura comuni? E come ripensare una temporalità differente che interrompa le visioni a breve termine per cambiare il nostro futuro immaginato?

Partendo da queste domande, il webinar sarà aperto da una lezione di Marco Armiero – Direttore dell’Environmental Humanity Laboratory (Royal Institute of Technology, Stoccolma), proseguirà con un intervento video realizzato dell’Atelier Picha di Lubumbashi introdotto da Lucrezia Cippitelli (curatrice della Biennale di Lumbumbashi) e si chiuderà, infine, con una conversazione tra i borsisti IASPIS 2022 tra cui Luigi Coppola e Asli Uludag.

Unendo l’immaginazione artistica contemporanea con nuove strategie d’azione, il webinar intende discutere il ruolo delle pratiche artistiche che promuovono la trasformazione sociale.

Il webinar è ideato da IASPIS in collaborazione con Royal Institute of Art Stockholm nell’ambito di Ex Situ.

La ricerca del progetto prevede infine due periodi di residenza a Lubumbashi presso Atelier Picha: il primo di studio e il secondo di formalizzazione dell’opera.

L’opera finale, che consiste in un’installazione con grandi banner dipinti su tela, vasi in terra cruda e del materiale di ricerca, studio e documentazione dell’intero processo, sarà presentata presso il Centro d’Arte Picha e aperta al pubblico durante la prossima Biennale di Lubumbashi.