INDAGINE SULLE TERRE ESTREME.
Luca Coclite, Imaginary Holidays (estratto da video). Prodotto da Ramdom, Progetto GAP , 2014.
Indagine sulle Terre Estreme, Prodotto e curato da Ramdom. Direzione Paolo Mele.
All’interno di Progetto GAP, Ideato e curato da Francesca Marconi
L’intervento di Luca Coclite ha come soggetto la storica Colonia Scarciglia che sorge sul sacro promontorio di Santa Maria di Leuca.
Le colonie temporanee, simbolo del boom economico, che trovano origini sin dall’800 come ricovero estivo terapeutico per i bambini, affetti principalmente da tubercolosi ossea o articolare, si ritrovano a essere una rarità. Quasi del tutto estinte, principalmente a causa delle difficoltà economiche degli enti locali, rimangono disseminate lungo il territorio diverse strutture vacanziere dismesse, quasi a contrassegnare i diversi luoghi paesaggistici: montani, marini, urbani e rurali. Alcune di queste, nel tempo riconvertite perlopiù a strutture alberghiere o culturali, altre invece abbandonate a loro stesse, si fanno carico del tempo che agisce su di esse come testimonianza di una memoria quasi del tutto svanita.
Questo è il caso della Colonia Scarciglia di Santa Maria di Leuca. L’edificio porta ancora con sé una forte carica espressiva, nonostante gli svariati interventi di recupero, del tutto fallimentari, che l’hanno costretta a riversare in uno stato di degrado.
“Imaginary holidays” è un’azione evocatrice delle vacanze temporanee effettuate all’interno dell’edificio, allo stesso tempo risultante del fallimento “contemporaneo” e delle sue utopie sociali.
Per il suo intervento l’artista ha creato una momentanea massa fumosa che ha occultato la grande struttura, contrapponendosi tra il punto di vista dello spettatore e il paesaggio circostante. Coclite agisce nel tentativo di unire le due dimensioni paesaggistiche, una antropizzata e l’altra vergine, confondendone i tratti, arrivando ad una cancellazione momentanea e ideale dello stabile in disuso. La massa fumosa, per alcuni minuti, ha indebolito visivamente la struttura ponendone l’accento sull’ingombrante presenza fisica che nel momento della scomparsa rivela il processo di rappresentazione.
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