Default è un progetto internazionale di masterclass biennale nato nel 2011 in piena crisi sistemica globale (politica ed economico-finanziaria) con l’intenzione di incentivare formati educativi sperimentali con un approccio teso alla ricerca.
Lo stato di crisi e di potenziale recessione con cui tecnicamente s’intende un Default qui viene solamente evocato e utilizzato come strumento per ribaltare la prospettiva e trasformare una condizione di potenziale debolezza in un punto di forza capace di generare spazi alternativi di pensiero.
Giunto nel 2019 alla sua quinta edizione, Default ha ragionato, negli anni, su due temi specifici: nelle prime due edizioni (2011 e 2013), sviluppate nel contesto cittadino di Lecce, sul ruolo che l’arte pubblica ha e deve avere nelle politiche di rigenerazione urbana, nel riutilizzo di spazi dismessi, nella riappropriazione e nell’interazione con lo spazio pubblico. Si è lavorato attorno a domande specifiche come: nella nostra epoca di austerity come possiamo interagire con una più ampia politica governativa sulla riqualificazione? Oppure: come affrontare le sfide, sempre più politicizzate, che sono alla base della ricerca per la cultura per la rigenerazione dei centri urbani e delle periferie?
Le edizioni successive (2015-2017-2019), coincidono con lo spostamento della base operativa di Ramdom presso Gagliano del Capo e nella fattispecie presso Lastation – ultima stazione dei treni operativa a sud-est d’Italia – hanno visto il congiungimento con la riflessione più ampia e cuore della ricerca di Ramdom sul tema delle Terre Estreme.
Un ulteriore spostamento ha caratterizzato la vita di Ramdom: dopo la chiusura di Lastation nel novembre del 2020,
nel maggio del 2021 Ramdom ha aperto KORA-Centro del Contemporaneo (link) a Castrignano de’ Greci nel cuore della Grecia
Salentina. Nonostante lo scollamento tra l’estremo inteso in senso geografico e l’estremo inteso in senso concettuale,
l’approccio e la metodologia di lavoro resta la medesima. “Floating Island”, titolo della sesta edizione, s’interroga
sul rapporto dialettico tra centro/centri e margine.
Tutte le edizioni hanno visto la partecipazione di artisti e ricercatori internazionali accompagnati, attraverso un approccio interdisciplinare (astrofisici, geologi, antropologi, storici dell’arte, critici e curatori), nel loro percorso di ricerca da tutors internazionali. A seminari, lectures, esperienze dirette sul territorio, workshops, lavori di gruppo e individuali si sono alternati momenti di ricerca personale.
Se le prime quattro edizioni hanno inteso metodologicamente forzare il tempo della produzione finale attraverso la realizzazione di vere e proprie mostre, mettendo così alla prova gli artisti in un momento di massima fragilità quando l’idea non si è ancora formalmente compiuta, l’edizione del 2019 ha cercato di operare come una piattaforma tesa a liberare il momento della ricerca dal momento della produzione vera e propria garantendo tra questi uno stato di decompressione. Il risultato finale è stata una pubblicazione.
I tutors delle edizioni di Default sono: Alessio Antoniolli (direttore di Gasworks & Triangle Network), Andrea Lissoni (Senior Curator di Tate), Carlos Casas (artista e filmmaker), Lewis Biggs (curatore alla Bienniale di Liverpool), Celine Condorelli (artista), Desire Machine Collective (artisti), Francesca Girelli (Content Operations Manager di Frieze Magazine), Phill Niblock (composer, filmmaker), Filipa Ramos (Editor in Chief di art-agenda e curatoratrice di Vdrome), Davide Quadrio (direttore e fondatore di Arthub Asia), Andrew Friend (artista e designer), Rachel Marsden (curatrice e ricercatrice), Michela Lupieri (ricercatrice e curatrice indipendente), Sitraka Rakotoniaina (artista e designer), Roberto Paci Dalò (artista, musicista, regista), Moving Cities (collettivo artistico e di ricerca architettonica).